Così la prima cosa che ho fatto è stata riguardami attentamente il videocorso del famoso “guru”, e prendere profusi appunti su un quaderno ad anelli di ogni singola lezione che lo componeva.
Ho poi staccato tutti i fogli e li ho attaccati al muro della mia camera.
Ho costruito una MAPPA concettuale concentrica dove:
Nei capillari più esterni c’erano tutte le tecniche…
… che si attaccavano alle arterie con le strategie…
… che a loro volta confluivano nel centro, il cuore.
E il cuore pulsante del self publishing non è altro che il PROFITTO.
Il self publishing non è un business per “cambiare il mondo”.
Il self publishing è un business che si inizia per migliorare la propria situazione finanziaria, e chiaramente delle persone che amiamo.
Quindi l’intero apparato deve essere organizzato in maniera tale da aumentare progressivamente il profitto.
Questo significa tagliare quei vasi (tecniche-strategie) che disturbano o peggio bloccano il flusso del profitto, e sostituirli con dei vasi più funzionali al raggiungimento dello scopo.
Quella mappa è rimasta nella mia camera per settimane.
Ho indagato e messo in dubbio qualsiasi cosa che mi avevano insegnato sul self publishing.
Sono partito dalle arterie-strategie fino ai più minuti capillari-tecniche.
Per ciascuno di questi mi sono chiesto se dovesse essere proprio così, oppure se poteva essere ottimizzato o direttamente sostituito da qualcos’altro.
Sui vasi da ottimizzare mettevo una X gialla, su quelli da sostituire una X rossa, e su quelli nuovi una X verde.
E’ così che alla fine avanzando ipotesi e testando sul campo, ho cominciato a impilare un mattoncino dietro l’altro, e piano piano appariva sempre più verde sulla mappa.
Basandomi sul framework dei first principles ho riedificato tutto dalle fondamenta.